Precisazioni di Confartigianato Liguria sullo studio riguardante la spesa della Regione Liguria

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18/09/2013

«Dopo un’ulteriore verifica dei dati divulgati nel comunicato stampa di sabato 14 settembre – dichiara Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – riteniamo opportuno, a onor del vero e con profondo rispetto dell’ottimo lavoro che sta svolgendo l’Osservatorio regionale dell’artigianato, ribadire la correttezza e la veridicità dello studio da noi citato.

Come già comunicato in precedenza, dallo studio dei dati della Corte dei Conti emerge la crescita del valore della spesa pro capite della Liguria a 2.752 euro e l’aumento della spesa totale della Regione Liguria tra il 2011 e il 2012 del 4,6%, per un ammontare di 4.314 miliardi di euro nel 2012, assorbiti per il 78,8% dalla Sanità.

Siamo ben coscienti degli sforzi profusi dall’attuale giunta regionale e in particolare dall’assessore Rossetti, a cui rinnoviamo stima e riconoscimento di forte impegno amministrativo, nel tagliare gli eccessi di spesa.

In precedenti comunicati avevamo evidenziato come la spesa per l’amministrazione generale (la macchina burocratica in senso stretto) fossero più basse in Liguria (3,1%) rispetto alla media delle altre regioni (4,3%). Inoltre, come abbiamo già riportato nel nostro precedente comunicato stampa le uscite della Regione dal 2008 al 2012 hanno avuto una flessione del 9,9%, a testimonianza della volontà di questa amministrazione di rendere sempre più efficiente l’erogazione dei servizi ai cittadini liguri.

Tuttavia, l’assessore al Bilancio, quando scrive che le spese per personale, acquisto di beni e servizi e interessi ammontano a 138 milioni di euro, come peraltro da lui stesso evidenziato, non tiene conto delle analoghe voci di spesa riferite al settore sanitario, che nel bilancio regionale sono inserite tra i trasferimenti alle Asl (a loro volta compresi tra le spese correnti). In altre parole, i dati sulla spesa corrente della scheda dell’Osservatorio dell’artigianato (in allegato) comprendono anche i costi per il personale, per l’acquisto di beni e servizi e per gli interessi nel comparto sanitario.

Infine, vorremmo specificare che non è nostra abitudine divulgare dati fuorvianti per rafforzare il germe dell’antipolitica tra i cittadini. Al contrario, la nostra comunicazione è finalizzata a fornire, per quanto ci è possibile, suggerimenti e argomenti di intervento alla politica stessa e ai propri rappresentanti nelle istituzioni.

Pertanto, come ha sottolineato anche l’assessore Rossetti, con il quale stiamo proficuamente collaborando in molteplici progetti che riguardano direttamente il mondo dell’impresa, riteniamo costruttivo e siamo fin d’ora disponibili a individuare “gli ampi margini su cui lavorare, per spendere meno e meglio” partendo proprio dall’analisi dei dati che indicano chiaramente dove e come si concentra la spesa pubblica per l’erogazione dei servizi ai cittadini e suggerire eventuali spunti di intervento soprattutto in quei settori, come la Sanità, che rappresenta il 78,8% della spesa regionale, in cui alcuni servizi ai cittadini sono diventati pressoché insostenibili per le casse regionali, a seguito anche del ripetuto ridimensionamento dei trasferimenti statali».