Imperia: l'Aifo (associazione italiana frantoiani oleari) interviene sulla questione della dop taggiasca

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09/08/2016

“La maggioranza dei nostri associati ritiene che troppe siano le incertezze di fattibilità del piano stesso e troppi i rischi derivanti dalla cancellazione e dalla sostituzione della Cultivar Taggiasca con un suo sinonimo, senza avere certezze sulla effettiva modifica del disciplinare dell’olio in senso semplificativo e sulle effettiva fattibilità di realizzazione di un IGP dell’olio stesso”. Così Federico Fresia,presidente di Aifo Liguria (Associazione Italiana Frantoiani Oleari) e responsabile per la zona di Imperia della Confartigianato, interviene in merito alla nota vicenda che ruota intorno a questo prodotto principe del territorio e alla sua tutela.

L'AIFO (unica associazione dei frantoiani, che li rappresenta come numeri per il 90 %) ha infatti analizzato a fondo la questione, interpellando direttamente tutti i propri associati per spiegare le ragioni del si al progetto e capire il loro pensiero, dato che sono coloro su cui ricadranno gli effetti delle decisioni che potranno essere assunte. Pur se la maggioranza si è dichiarata come sopra descritto, c'è anche una parte di associati che si è espressa favorevolmente.

"Questo percorso, valido nei suoi obiettivi di fondo, è infatti tutt’altro che facile e privo di ostacoli, per la sua grande delicatezza e complessità - prosegue Fresia - ed ogni azione a riguardo deve essere ponderata con estrema attenzione, compiendo ogni sforzo per ridurre l’impatto di regolamenti, adempimenti burocratici e controlli sugli operatori. In particolare, ponendosi come obbiettivo primario e imprescindibile la massima salvaguardia del quantitativo ad oggi prodotto e messo in commercio, sia esso olio di Taggiasca oppure oliva Taggiasca in salamoia”. 

“La nostra Associazione ritiene quindi opportuno salvaguardare la coesione e l’unità raggiunta con fatica in questi ultimi anni, lasciando ampia libertà di scelta ad ogni socio se aderire o meno al progetto stesso, valutandone l'impatto sulla propria azienda ad oggi ma non sottovalutando  i pericoli tutt'altro che improbabili che potrebbero arrivare da altre Regioni e nazioni europee".