INDUSTRIA 4.0 – A che punto siamo con l’innovazione e come può cambiare la vita delle imprese?

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06/10/2016

“Il Piano nazionale Industria 4.0 è una grande chance per le Pmi. E’ una sfida che vinciamo o perdiamo tramite le piccole e medie imprese”. Sono le parole pronunciate dal Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, il 27 settembre a Verona, nella prima tappa del road show per presentare il Piano con il quale il Governo vuole innovare il sistema produttivo italiano e rilanciarlo sui mercati mondiali.

Una delle leve principali indicate dal Premier Renzi e dal Ministro Calenda per far decollare il piano si chiama ‘banda ultra larga’, con una previsione di investimenti per 12,7 miliardi fino al 2020. E c’è veramente tanto da fare. Confartigianato ha scattato una fotografia impietosa di come è messa l’Italia. Il nostro livello di copertura e di sviluppo di reti fisse di nuova generazione è tra i più bassi d’Europa. E siamo al penultimo posto, superati soltanto da Cipro, per le condizioni di velocità della rete. Così, lo scorso anno, appena il 12,5% delle nostre imprese ha potuto utilizzare connessioni di banda larga fissa ad alta velocità.

Invece, nell’Unione europea la media di imprenditori che sfruttano banda larga veloce sfiora il 27%. Anche qui, il confronto con l’Europa, ancora una volta, ci vede in fondo alla classifica: peggio di noi fa soltanto Cipro. Non c’è gara, invece, con Paesi come la Danimarca dove oltre la metà delle aziende utilizza connessioni veloci. Ma ci superano abbondantemente anche nostri diretti competitor come la Germania, Francia e Spagna.

Il gap delle infrastrutture italiane penalizza proprio le imprese artigiane, metà delle quali è localizzata fuori dai grandi centri urbani e in montagna, cioè nelle aree poco coperte dalla rete. Il Piano Industria 4.0 potrebbe dare una bella scossa a questa situazione e migliorare la produttività delle imprese Confartigianato ha calcolato che se si raggiungesse la copertura totale di banda larga nelle cosiddette ‘aree bianche’, cioè dove ora non esiste alcuna infrastruttura di questo tipo, il valore aggiunto delle micro imprese fino a 9 addetti aumenterebbe del 13 per cento. Allargando l’ipotesi di impatto positivo del Piano del Governo alle aziende fino a 20 addetti che operano nelle aree bianche, il loro valore aggiunto crescerebbe di quasi 15 miliardi, pari ad un punto di Pil. Non resta quindi che confidare nella rivoluzione digitale annunciata dall’Esecutivo e che, stavolta, sia, davvero, la volta buona.