ACCETTATE IL CONSIGLIO (14) - Le verità sulle Finanziarie che nessuno dice. Costi quel che Costi di Massimiliano Lussana

Tempo di lettura: 5 minuti
10/01/2018

Ormai, gli appuntamenti di dicembre sono più implacabili delle Feste di Natale.

Insieme a Babbo, a Santo Stefano, a San Silvestro, a Capodanno e all'Epifania, la Finanziaria è una delle feste comandate di fine anno.

Anzi, le Finanziarie. Perchè oltre a quella nazionale, c'è anche quella regionale.

Cambiando l'ordine dei nomi e degli enti - ora si chiama Legge di Stabilità - il risultato non cambia, come in una proprietà transitiva dei salassi.

Ma, ogni tanto, ci sono anche buone notizie. E Confartigianato e i suoi uffici studi, come cani da tartufo, li sanno trovare benissimo.

A livello nazionale, i migliori risultati e il semaforo verde smeraldo sono stati ottenuti con la sterilizzazione degli aumenti delle aliquote Iva, scongiurando quei due drammatici numeri - 25 e 11,5 - che avrebbero massacrato l'economia.

Semaforo rosso, rossissimo, invece, per il differimento dell'entrata in vigore dell'Iri, che non è la rinascita della creatura di Alberto Beneduce, ma la flat tax per i piccoli imprenditori che avrebbe semplificato di molto gli adempimenti fiscali anche degli artigiani.

Ci sono un paio di gialli - sull'ecobonus, confermato, ed è un bene, ma non per infissi e caldaie, -e sulla proroga dei super e iper ammortamenti tecnologici, su cui però non paiono esserci sufficienti risorse.

Ok e via libera per i bonus per il recupero edilizio, quello per mobili ed elettrodomestici, il bonus verde per i giardini (e qui il semaforo non potrebbe essere che verde), la fatturazione elettronica, il tax credit, le facilitazioni per l'occupazione giovanile, il blocco del famigerato Sistri, lo stop alle superbollette energetiche e a strani conguagli e tante altre norme positive, fra cui l'allargamento dei benefici fiscali per chi investe in pubblicità sulla carta stampata e sull'emittenza televisiva privata, la cui platea è stata allargata anche alle associazioni per informare sulle loro attività, proprio su richiesta di Confartigianato.

E, su tutti, gran festa per il blocco degli aumenti dei tributi locali, veri killer delle piccole imprese e, per di più, introdotti nel modo più

subdolo: vengono inseriti a Roma, ma gli odiati esattori sono gli enti locali, una sorta di moltiplicazione di Sceriffi di Nottingham.

Con Confartigianato, Giancarlo Grasso e Luca Costi nei panni di Robin Hood e Little John, Marinella in quelli di una via di mezzo fra le buone Lady Marian e Lady Cocca, Cino Negri pronto a fare il bravo Fra Tuck e gli altri tre presidenti provinciali nell'esercito dei buoni. Fino a Gianpaolo Badino che non può che essere il tenero e impavido Saetta.

Da Montecitorio e Palazzo Madama a piazza De Ferrari, il risultato non cambia.

Soprattutto non cambia il fatto che l'osservatorio privilegiato, anche in vista del rating annuale del lavoro degli amministratori e dei legislatori locali, è quello di Confartigianato. Per la precisione, questa volta, con Luca Costi come professore a dare i voti.

Il giudizio ufficiale è quello che si può leggere sui dettagliatissimi comunicati ufficiali, sereno e spassionato.

Il riassunto minimo indispensabile dei provvedimenti di fine anno della Regione Liguria comprende, fra l'altro, la "Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2018-2020", che è soprattutto di macroeconomia, e i vari provvedimenti finanziari, il cui cuore politico illustrato da Giovanni Toti è il "Patto per la residenzialità" per contrastare il calo demografico della Liguria e agevolare l'arrivo di nuovi residenti, ad esempio esentando coloro che si trasferiranno alle nostre latitudini dall'addizionale regionale Irpef, oltre ad altre agevolazioni fiscali, e creando nelle intenzioni un circolo virtuoso per investimenti, spese e consumi. O tipo il "Family Support" (ma, benedetto Giovanni, parlare e scrivere nel vecchio, caro, italiano, ti fa tanto

schifo?)  per allentare

la pressione fiscale sulle famiglie con quattro o più figli a carico (ma Pippo Sergio Rossetti ha provato a far scendere la cifra a tre, che per me e Matteo Rosso sarebbe una gioia, mentre l'assessore comunale al Bilancio Pietro Piciocchi con i suoi sei pargoli la sfanga comunque) e le giovani coppie. O anche chi ha un figlio solo, ma è sotto un certo reddito.

Poi, tanti provvedimenti di cui si è parlato abbondantemente in questa sede; sette aree di sviluppo strategico che godranno di agevolazioni economiche e semplificazioni delle procedure; la nuova valutazione di impatto ambientale, uniformata alle direttive nazionali; la riforma dei Centri per l'impiego, ormai inefficienti; il "Pacchetto giovani e reinserimenti lavorativi" contro la disoccupazione e per chi ha perso il lavoro; le "Modifiche al Testo Unico in materia di commercio" che prevedono il versamento di un contributo a favore dei Civ per tutti coloro che aprono, trasferiscono o accorpano grandi superfici di vendita.

E poi il Fondo strategico regionale e facilitazioni per la creazione di start-up; l'intervento straordinario a supporto delle province liguri e della Città Metropolitana di Genova, l'esenzione del pagamento della tassa automobilistica regionale per ambulanze o servizi antincendio, il contenimento della spesa per consulenze e autovetture regionali....

E, soprattutto, la manovra di esenzione IRAP per le nuove imprese che nascono nel 2018, con l'azzeramento dell'imposta per cinque anni, il contrasto alla desertificazione del commercio, fiore all'occhiello dell'assessore Edoardo Rixi, e il supporto al settore artigiano di qualità, "che rappresenta i più significativi e antichi mestieri del territorio", identificato dal nobile marchio "Artigiani In Liguria".

Insomma, la strada è tracciata.

Ora bisogna percorrerla fino in fondo.

Costi quel che Costi. Ma le maiuscole non sono un refuso.