Costo della macchina burocratica: la Liguria tra le regioni più virtuose

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11/02/2012

In Liguria le spese per il personale sono tra le più basse in Italia. Ultimi gradini invece nel grado di utilizzo di internet tra pubblica amministrazione e imprese liguri.  

Liguria in contro tendenza per il peso della spesa del personale della pubblica amministrazione sulle tasche delle imprese e dei cittadini. È quanto emerge dall'ultima indagine dell'osservatorio Confartigianato, su dati 2011, sui costi della burocrazia in Italia. In valori assoluti la regione più virtuosa in Italia è proprio la Liguria, dove i dipendenti della pubblica amministrazione costano “solo” 56 milioni di euro. Come spesa procapite la Liguria si colloca al terzo posto con 34 euro a cittadino, subito dopo Lombardia con 23 e Veneto con 30.  

«Fa piacere commentare un dato positivo della nostra regione. – dice Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – Avere un’amministrazione regionale virtuosa è presupposto indispensabile sia per la realizzazione di azioni tese alla semplificazione burocratica sia per liberare risorse a vantaggio del territorio. Il record negativo di utilizzo di internet nel dialogo tra pubblica amministrazione e imprese liguri ci indica invece in modo chiaro il prossimo obiettivo, che deve vedere la Regione e le associazioni in prima linea su questa sfida».

Nel resto d'Italia, sono le regioni a statuto speciale a presentare il conto più salato: i costi del personale per abitante sono quattro volte superiori rispetto alla media nazionale e ammontano a quasi il doppio rispetto a quelle a statuto ordinario: 4.260 milioni di euro contro 2.316 milioni. La Sicilia e il Veneto hanno quasi la stessa popolazione, circa 5 milioni, ma la Sicilia spende circa 12 volte in più del Veneto per le spese di personale: 1.748 milioni contro 150.

La burocrazia in Italia costa 23 miliardi di euro, pari a oltre 5 mila euro per impresa. I costi della burocrazia in Italia pesano sulla bilancia del Pil per ben 10,7 punti percentuali solo per la spesa del personale, in crescita dello 0,4% negli ultimi dieci anni.

Burocrazia sinonimo di ingenti spese, ma non solo: le sue peggiori performance si riscontrano soprattutto nei casi di soluzione giudiziale delle controversie commerciali, nei tempi necessari al pagamento di imposte e contributi, nell’accesso al credito, nelle concessioni di licenze edilizie, nel trasferimento di un’attività immobiliare e nell’avvio di un’impresa. Tutti elementi che collocano il nostro Paese all’87esimo posto della classifica mondiale sulla facilità di fare impresa, redatta dalla Banca Mondiale, e all’ultimo posto tra tutti i maggiori Paesi avanzati. I settori dell’artigianato più “colpiti” sono i servizi alle imprese, le costruzioni, i servizi alle persone e il manifatturiero.

L’eccesso di burocrazia, in crescita negli ultimi due anni secondo le segnalazioni di oltre un milione di artigiani italiani, può essere risolto, in parte, con un utilizzo più efficiente e frequente dell’information tecnology: in Italia è ancora scarsa l’interazione via web tra cittadino e Pa e la Liguria è addirittura al penultimo posto, solo prima dell’Abruzzo, nel ricorso alla piattaforma internet per ottenere informazioni dai siti (30% degli utenti con più di 14 anni), scaricare moduli (20,9%) e spedire moduli compilati (9,9%). Tra 2010 e 2011, in Italia, solo un’impresa artigiana su 5 ha gestito una pratica via internet, sostituendo la procedura tradizionale, il 19% ha usato il web per l’invio di documentazioni per procedure obbligatorie, ma il 48% non ha usufruito della rete per lo sviluppo dei rapporti con la pubblica amministrazione.