INAIL, l'andamento infortunistico nel 2019

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23/02/2020

I dati mensili del periodo Gennaio-Dicembre 2019/2018 (rilevati al 31 Dicembre di ciascun anno) appena diffusi da INAIL sono al momento provvisori e differiranno, perché non consolidati, da quelli annuali del quinquennio 2015-2019 che saranno poi comunicati in occasione della Relazione Annuale dell’Istituto di metà anno.

Nel 2019 le denunce di infortunio presentate entro lo scorso mese di Dicembre sono state 641.638, 915 in più rispetto alle 640.723 del 2018 (+0,1%). I dati mensili, rilevati al 31 Dicembre di ciascun anno, evidenziano a livello nazionale un incremento solo dei casi avvenuti “in itinere”, nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro, che sono passati da 98.446 a 100.905 (+2,5%), mentre quelli “in occasione di lavoro” sono scesi da 542.277 a 540.733 (-0,3%).
Tra Gennaio e Dicembre 2019, il numero degli infortuni denunciati è diminuito dello 0,05% nella gestione Industria e servizi (dai 501.740 casi del 2018 ai 501.496 del 2019) e dell’1,5% in Agricoltura (da 33.180 a 32.692), mentre è aumentato dell’1,6% nel Conto Stato (da 105.803 a 107.450).
L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce d’infortunio sul lavoro nel Nord-Ovest (+ 0,1%), nel Centro (+1,2%) e nelle Isole (+0,5%), e una diminuzione nel Nord-Est (-0,1%) e al Sud (0,8%).
Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano la Sardegna (+4,2%), Basilicata (+2,7%), Umbria (+2,2%) e Marche (+2,1%), mentre i decrementi maggiori sono quelli rilevati in Molise (-6,9%), Valle d’Aosta (-4,0%) e Abruzzo (-3,7%).

Il lieve aumento delle denunce che emerge dal confronto tra il 2018 e il 2019 è legato esclusivamente alla componente femminile, che registra un +0,5% (da 228.762 a 229.865 denunce), a differenza di quella maschile, in diminuzione dello 0,05% (da 411.961 a 411.773).
L’incremento ha interessato esclusivamente i lavoratori extracomunitari (da 79.312 a 83.250: +5,0%), mentre le denunce di infortunio dei lavoratori italiani, che rappresentano circa l’83% del totale, sono in calo dello 0,5% (da 536.153 a 533.462) e quelle dei comunitari in calo dell’1,3% (da 25.254 a 24.923).
Dall’analisi per classi di età emergono aumenti tra gli under 30 (+2,4%) e tra i 50 e 69 anni (+1,7%). In diminuzione del 2,5%, invece, le denunce dei lavoratori della fascia 30-49 anni, nella quale rientra il 40% dei casi registrati. 

Nel 2019 le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate sono state 1.089, 44 in meno rispetto alle 1.133 del 2018 (-3,9%).  La confrontabilità dei dati mensili dei due anni, pur essendo garantita dall’omogeneità di rilevazione, richiede delle cautele soprattutto per la casistica degli eventi mortali.
Le due fotografie scattate il 31 Dicembre di ciascun anno, infatti, non tengono conto di quei decessi che sono poi entrati (per il 2018) o che entreranno (per il 2019) negli archivi gestionali dell’Istituto nelle rilevazioni successive. La flessione, comunque, è da ritenere però poco rassicurante e il raffronto tra i due anni poco significativo, in quanto il 2018 si è contraddistinto, rispetto al 2019, soprattutto per il maggior numero di “incidenti plurimi”, ossia quegli eventi che causano la morte di almeno due lavoratori, che per loro natura ed entità possono influenzare l’andamento del fenomeno.
Tra Gennaio e Dicembre del 2018, infatti, gli incidenti plurimi sono stati 24 e hanno causato 82 vittime, quasi il doppio dei 44 lavoratori che hanno perso la vita nei 19 incidenti plurimi avvenuti nel 2019. Inoltre, circa la metà dei decessi in incidenti plurimi nel 2018 è avvenuta nel solo mese di agosto, funestato soprattutto dai due incidenti stradali occorsi in Puglia, a Lesina e Foggia, in cui hanno perso la vita 16 braccianti, e dal crollo del ponte Morandi a Genova, con 15 casi mortali denunciati all’Inail.
Nel mese di Agosto del 2019, invece, non sono stati registrati eventi di uguale drammaticità. Gli ultimi mesi del 2019 si sono contraddistinti, tuttavia, per alcuni drammatici eventi mortali che hanno coinvolto, a settembre, quattro lavoratori indiani caduti in una vasca per la raccolta dei liquami in Lombardia e, a novembre, quattro operai nell’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio in Sicilia e altri tre travolti da un camion mentre erano impegnati in lavori di potatura in Puglia; nello stesso incidente è deceduto anche il conducente che ha perso il controllo dell'auto travolgendo il camion, fermo sul ciglio della strada, che ha a sua volta travolto gli operai. Infine, sempre a novembre, due camionisti sono deceduti in uno scontro frontale nelle Marche.

A livello nazionale, dai dati rilevati al 31 dicembre di ciascun anno, emerge una riduzione di 41 denunce per i casi mortali occorsi “in itinere” (da 347 a 306) e di 3 denunce per quelli avvenuti “in occasione di lavoro” (da 786 a 783). Il decremento ha interessato solo la gestione Industria e servizi, con 64 denunce mortali in meno (da 985 a 921), mentre l’Agricoltura ha presentato venti casi in più (da 131 a 151), e il Conto Stato lo stesso numero di decessi in entrambi i periodi (17). L’analisi territoriale mostra una diminuzione delle denunce di infortuni con esito mortale nel NordOvest (da 305 a 289), nel Nord-Est (da 273 a 251) e al Sud (da 258 a 233). In controtendenza il Centro che passa da 214 a 217 denunce e soprattutto le Isole (da 83 a 99). A livello regionale spiccano i decrementi rilevati in Liguria e Veneto (rispettivamente 20 e 17 decessi in meno) e gli incrementi in Sicilia (+16), nelle Marche e nella provincia autonoma di Bolzano (+11 per entrambe). L’analisi di genere, nel confronto tra il 2019 e il 2018, mostra un andamento decrescente per entrambi i sessi: 34 casi mortali in meno per gli uomini (da 1.029 a 995) e 10 in meno per le donne (da 104 a 94). 

Le denunce di malattia professionale nel 2019 sono state 61.310; 1.725 in più rispetto allo stesso periodo del 2018 (+2,9%). Le patologie denunciate sono aumentate solo nella gestione Industria e servizi, da 47.424 a 49.378 (+4,1%), mentre sono diminuite in Agricoltura, da 11.491 a 11.294 (-1,7%), e nel Conto Stato, da 670 a 638 (-4,8%). Nella gestione industria e servizi è concentrato l’80,6% delle patologie denunciate nel 2019, seguita dall’Agricoltura (18,6%) e dal conto Stato (1,0%).
A livello territoriale, l’aumento ha riguardato il Nord-Est (+2,0%), il Centro (+2,4%), il Sud (+2,9%) e le Isole (+11,1%). Il Nord-Ovest, invece, si distingue per un calo dell’1,4%. Un caso su tre è denunciato al Centro, quasi uno su quattro al Sud, un quinto nel Nord-Est e oltre una su dieci sia nel Nord-Ovest che nelle Isole. In ottica di genere, le denunce di malattia professionale sono state 648 in più per le lavoratrici, da 16.006 a 16.654, (+4,0%), e 1.077 in più per i lavoratori, da 43.579 a 44.656 (+2,5%); oltre un quarto dei casi è denunciato dalle donne. In crescita sia le denunce dei lavoratori italiani (il 93% del totale), che sono passate da 55.659 a 56.993 (+2,4%), sia quelle dei comunitari, da 1.246 a 1.452 (+16,5%), ed extracomunitari, da 2.680 a 2.865 (+6,9%).

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (38.492 casi), del sistema nervoso (6.678, con una prevalenza della sindrome del tunnel carpale) e dell’orecchio (4.311) continuano a rappresentare, anche nel 2019, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite da quelle del sistema respiratorio (2.809) e dai tumori (2.458). Queste cinque malattie rappresentano quasi il 90% del totale dei casi denunciati all’Inail. Sono state, inoltre, protocollate 466 denunce di malattie professionali legate ai disturbi psichici e comportamentali e 407 per quelle della cute e del tessuto sottocutaneo. I casi di patologie del sistema circolatorio sono invece 249.