La produzione di macchinari “traina” anche la Liguria

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18/06/2012

La nostra si piazza tra le prime cinque regioni leader del settore. Valore aggiunto in crescita anche nei settori metallurgico (+ 4,1%) e alimentare (+ 1,3%).

Grasso (Confartigianato): “Malgrado le difficoltà le imprese danno segnali importanti. Accelerare però gli interventi urgenti per la crescita”

La Liguria è al quinto posto in Italia tra le regioni per produzione di macchinari. Con 625 imprese (su circa 37mila realtà in Italia) del settore che danno lavoro a 12.687 addetti, la nostra regione si piazza alle spalle di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia. Secondo l'Ufficio studi di Confartigianato Imprese, l'incidenza delle imprese del comparto, su scala nazionale, è del 2,8% rispetto al totale degli addetti delle imprese. In Italia la produzione dei macchinari ha dato un apporto del 28,7% all'economia del Paese, registrando una crescita del 7,9% nell'ultimo anno.

«In un momento di profonda crisi – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – l’indagine sui settori a più alta crescita nel 2011 fa emergere alcuni timidi segnali positivi anche sul valore aggiunto. Malgrado le difficoltà che ogni giorno affrontano le imprese sono segnali confortanti, anche se ora aspettiamo una forte accelerazione delle misure per favorire la crescita. Ogni giorno di ritardo avrà purtroppo ricadute pesanti sul tessuto imprenditoriale ormai allo stremo delle forze».

Gli addetti del settore (che comprende la produzione dalle macchine per sollevamento e movimentazione alle macchine per l'agricoltura fino alla produzione di cuscinetti e ingranaggi o forni e sistemi di riscaldamento) lavorano, nel 43% dei casi, in imprese di piccole dimensioni a forte vocazione artigiana: in particolare un addetto su quattro (24,7%) è dipendente di micro e piccole imprese con meno di 20 addetti. La fabbricazione dei macchinari è, tra tutti i comparti produttivi italiani, quello a più alta vocazione all'export: la metà del fatturato (49,7%) viene esportato, contro la media del 29,1% per esempio del manifatturiero.

Altro settore che presenta un marcato dinamismo del valore aggiunto nel 2011 è quello delle attività metallurgiche, fabbricazione di prodotti in metallo, con un valore aggiunto che cresce del 4,1%, seguito dal comparto dei servizi a maggiore dinamismo, quello delle attività artistiche, di intrattenimento e divertimento, con un valore aggiunto in salita del 2,8%. Per un Paese con una forte vocazione turistica è di grande importanza la crescita derivante dai servizi di alloggio e di ristorazione, che registrano una crescita del valore aggiunto del 2,7%. Segnano tassi di crescita superiori al punto percentuale il commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli, in salita dell'1,9% e il settore industrie alimentare con l'1,3%.