Anche il Corriere della Sera ha approfondito la “beffa” del Sistri

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23/12/2014

Anche il Corriere della Sera ha denunciato la “beffa” del Sistri. Il sistema Sistri di tracciabilità dei rifiuti, progetto annunciato come avanguardistico, non è mai entrato in funzione e presenta una serie di falle che di fatto consentono un agevole aggiramento dei controlli. Uno strumento che si pensava potesse essere utile a combattere le ecomafie, si è rivelato assolutamente inefficace e la beffa è che trasportare i rifiuti tossici continua ad essere un’operazione semplice. È difficile trovare camion che montano l’attrezzatura Sistri e quei pochi che l’hanno montata non l’hanno mai potuta vedere in funzione. Nel frattempo sul piano giudiziario si stanno svolgendo indagini sugli appalti promosse dalla procura di Napoli e c’è già stata anche qualche condanna. La funzionalità del programma e del sistema ad oggi non c’è, infatti si lavora aumentando in modo esponenziale i documenti cartacei che viaggiano assieme ai rifiuti. Quindi oltre alle tradizionali borse ecologiche, oggi c’è la bolla sistri, un altro pezzo di carta che deve essere preparato, compilato e allegato e il cui circuito viene controllato secondo i sistemi tradizionali e quindi scarsamente controllato. Le aziende hanno speso tanti soldi per adeguarsi nella speranza di dare garanzie per la tutela dell’ambiente ma di fatto tutto è fermo e se qualcuno vuole trasportare rifiuti tossici il sistri non gli crea certamente preoccupazioni. Anche se il sistema funzionasse, presenterebbe comunque una serie di anomalie. Il Corriere della Sera ha fatto parlare il Pm Maresca che ha fatto notare come il sistema di installazione delle black box (la scatola di registrazione dei viaggi degli autotrasportatori) sia inefficace: la scatola viene infatti installata sulle motrici e non sui rimorchi: “I rifiuti tossici viaggiano sui rimorchi e eventualmente è facile effettuare uno scambio perché motrice e cassone possono prendere strade diverse”, spiega. Ma non è tutto: le società straniere non sono soggette a obbligo di registrazione e quindi è sufficiente operare attraverso una società straniera o con sede in uno stato straniero per aggirare il sistema di controllo. Insomma i soliti pasticci all'italiana che Confartigianato da anni ha denunciato nei tavoli di confronto con il Governo e in sede locale. Le imprese sinora hanno speso intorno a 146 milioni di euro per non ottenere alcun risultato. Il paradosso è che sul funzionamento del Sistri si è pronunciata anche una commissione di collaudo che non ha rilevato nulla in contrario ed esprime valore positivo. L'inchiesta – riportata dal Corriere della Sera - ha chiarito che nel dicembre 2009 il ministro dell’Ambiente aveva proceduto all’affidamento diretto alla società Selex Service Management che autonomamente aveva anche proposto il progetto al Ministero. Nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Napoli sull’appalto Sistri pm e Fiamme Gialle puntarono l’attenzione anche sulle consulenze del ministero dell’ambiente per la valutazione del contratto del Sistri e di presidente della commissione di vigilanza sulla realizzazione del progetto. Alla base delle indagini delle Fiamme Gialle avevano individuato una serie di irregolarità negli appalti per la realizzazione del Sistri e gli indagati rispondevano a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata all’emissione e all’utilizzazione di fatture false, corruzione, truffa aggravata, riciclaggio, favoreggiamento e occultamento di scritture contabili. Una vera e propria “beffa” a danno delle imprese e di tutta la collettività che Confartigianato continuerà a seguire.

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