Conto Corrente: dal 1° luglio il Fisco pignora direttamente

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31/05/2017

L'Agenzia delle Entrate-Riscossione potrà aggredire direttamente il conto corrente del contribuente debitore senza passare per il giudice. In caso di conto cointestato, di norma, le somme non possono essere pignorate direttamente in quanto si presumono divise in parti uguali tra i titolari del conto e, quindi, non in possesso del solo debitore.

Di norma, il normale creditore che desidera soddisfare la propria pretesa inadempiuta procedendo al pignoramento presso terzi, ad esempio l'istituto bancario, deve attivare una procedura che si conclude con un'autorizzazione del Tribunale. Se il creditore è il Fisco, invece, la situazione nei prossimi mesi è destinata a cambiare.

Dal prossimo primo luglio il pignoramento del conto corrente in presenza di debiti fiscali o cartelle esattoriali, diventerà più facile e veloce.

Il nuovo strumentale dell'Agenzia delle Entrate, infatti, avrà a sua disposizione l'accesso alla banca dati dell'Anagrafe Tributaria, potendo poi aggredire direttamente il conto corrente, nonché a quella dell'INPS, con possibilità di conoscere i dati relativi al rapporto di lavoro, per poter eventualmente procedere al pignoramento di stipendio, pensione, indennità ecc. in materia diretta e senza passare per il giudice.

Questa possibilità era concessa in precedenza al solo ente accertatore, ossia l'Agenzia delle Entrate, mentre non ne aveva accesso quello addetto alla riscossione. Le modifiche andranno a realizzare una forte accelerazione dei tempi di riscossione poichè l'ente, dopo la notifica della raccomandata con cui si richiede il pagamento e non dovrà ottenere l'autorizzazione del giudice e potrà pignorare direttamente le somme e rigirarle al Fisco.

In pratica, dopo la notifica della cartella di pagamento, che rappresenta un atto esecutivo al pari del precetto, non sarà richiesta la necessaria citazione in giudizio del debitore e la successiva udienza, sicché l'Agenzia delle Entrate-Riscossione potrà procedere direttamente, trascorsi 60 giorni dalla notifica e in caso di inadempimento, inviando alla banca l'atto di pignoramento ancor prima di notificarlo all'interessato.

Il contribuente verrà ulteriormente invitato al pagamento e, se questo non avviene entro i successivi 60 giorni, il fisco chiederà alla banca il versamento dell'importo del debito.

Per evitare tali conseguenze, il contribuente potrà presentare entro 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento, una richiesta di rateizzazione. Accettata la sua richiesta e dopo aver ottenuto il pagamento della prima rata del piano di ammortamento sarò possibile presentare richiesta di sblocco del conto corrente.
 

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